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Apre a Milano Huan oriental bistrot

published on: 18 gennaio 2018
Apre a Milano Huan oriental bistrot
Huan è un inedito oriental bistrot che ha aperto nel cuore storico di Milano, i Navigli. In un ambiente suggestivo, tra arredi vintage e decori originali, i colori, gli accostamenti e i materiali, reinventano l'atmosfera di un social club coloniale in un linguaggio attuale. Aperto solo la sera, con Huan debutta una formula sofisticata ma informale, dal drink alla cena. Protagonista assoluto il dim sum ma in una versione alternativa “by night”. Se per la tradizione cinese il dim sum individua un pasto rappresentato da una successione di piccole porzioni per accompagnare il tè del mattino e i pranzi in famiglia, qui i piccoli piatti compongono una carta che può accompagnare l'aperitivo, offrire una cena completa, completare un late drink. 

Il progetto curato dallo studio di architettura Brizzi + Riefenstahl asseconda i volumi di uno spazio antico, fortemente connotato dai mattoni a vista, dagli archi e dalle colonne ma lo trasporta in una dimensione diversa, contemporanea. In successione naturale trovano la loro sede le tre esperienze fondamentali di Huan: l’accoglienza del cibo e di chi lo prepara nella scatola di una cucina di vetro, volutamente trasparente ed esposta agli occhi dei passanti e di chi decide di entrare; l’incontro al cocktail bar e la convivialità sussurrata della dinner room si svela nei salottini anni ’50, sedute e tavolini più bassi perché, diversamente dalla formalità della ristorazione occidentale, il cibo cinese si allestisce nei piatti. 

L’appuntamento è all’ingresso, lungo un bancone rigoroso, pulito, una linea d’oro che accompagna trasversale, come dopo ogni aperitivo che si rispetti, all’esperienza della cena. Sullo sfondo una grande parete modulare a blocchi luminosi in vetroresina riprende la tessitura del muro in mattoni. Una mescolanza voluta di materiali e suggestioni: il rosso ed il rosa, le ombre con le luci, il grezzo e le patine, il freddo e i velluti, racchiuso tutto in una lussuosa scatola Blu Pavone. Il tratto giocoso del progetto si percepisce nelle lampade da terra, un susseguirsi di steli sottili, galleggianti ai bordi della sala come canne di bambù, e negli spazi toilette vestiti di acido pied-de-poule maschile e di gotico-romantico macramè al femminile. L’ironia più evidente è però il ribaltamento della decorazione principale: il pavimento diventa la tela di una grande motivo dipinto a mano dalla artmaker Silvia Moro, un intrico di fiori vivaci, rami e foglie che riprende il gusto di sete cinesi retrò. Sin dalla soglia del locale diventa la via da seguire per addentrarsi nel suo cuore e la firma della sua atmosfera.

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