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ZALLINGER HOTEL

Città: CASTELROTTO

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Anno: 2017

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Progettista: NOA - NETWORK OF ARCHITECTURE

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Status: Completed

Migliorare qualità e capacità ricettiva di un’antica struttura alberghiera d’alta montagna senza alterare il delicato equilibrio paesaggistico e ambientale, ma al contrario creando valore estetico e sostenibilità: questo l’obiettivo che si è posto lo studio bolzanino Noa* - network of architecture progettando l’ampliamento del Rifugio Zallinger nel comprensorio dell’Alpe di Siusi. 
L’intervento, portato a termine nel 2017, ha previsto la realizzazione di nuovi spazi senza alterare i volumi esistenti, restituendogli al contempo la caratteristica di piccolo villaggio che aveva alle origini e ricreandone, attraverso le soluzioni e i materiali adottati, l’atmosfera. 
Il Rifugio Zallinger, aperto a metà del XIX secolo a 2200 metri sotto il Sassopiatto, era anticamente circondato da sette fienili e una piccola chiesa. Successivamente i fienili erano stati sostituiti da un’unica grande costruzione (1880), che nel tempo aveva assunto altre funzioni. L’intervento di ampliamento è stata l’occasione per far rivivere l’assetto originario, procedendo, oltre che alla ristrutturazione del corpo centrale dell’albergo, all’abbattimento dell’ex fienile e alla costruzione di sette nuovi chalet disposti rispettando la pianta originale del sito. 
Anche nel disegno dei nuovi chalet, Noa* ha voluto recuperare in chiave moderna le forme tradizionali degli alpeggi altoatesini. In particolare, i rivestimenti esterni che avvolgono gli chalet sono realizzati con blocchi di legno massello appoggiati l’uno all’altro in un’alternanza di pieni e vuoti che diventa il motivo dominante del nuovo insediamento. La soluzione, ispirata alla struttura degli antichi fienili, evita i fastidiosi riflessi delle vetrate a vista, inappropriati in un contesto d’alta montagna. I pannelli in legno sono studiati per potersi aprire in corrispondenza delle ampie finestre vetrate, consentendo la vista dello spettacolare scenario alpino, mentre quando sono chiusi creano suggestivi effetti di luce e ombra nelle stanze, contribuendo al relax degli ospiti dell’albergo. 
L’intervento ha aggiunto 24 camere nei nuovi mini-chalet, camere che si aggiungono 13 già disponibili nel corpo centrale del rifugio. Ogni chalet ha solo quattro camere, non collegate, a cui si accede da un corridoio di distribuzione comune. Dal punto di vista costruttivo, ogni unità poggia su un plateau in cemento, ed è stata realizzata con moduli prefabbricati di legno, partendo da un'ingegnerizzazione “personalizzata” su progetto di Noa*. In questo modo il cantiere ha avuto minimo impatto sull'ambiente, sia per tempo di costruzione in loco sia per trasporto dei materiali. 
Gli interni degli chalet sono caratterizzati da un ambiente caldo ed accogliente richiamano, in alcune circostanze, oggetti tipici della regione. 

Gli spazi comuni e il ristorante 
Il corpo centrale del rifugio storico è stato mantenuto ma ridisegnato completamente nel layout interno del piano terra: il nuovo interior design ha riguardato la reception, la lobby, la lounge e il ristorante. Quest’ultimo e l'area lounge, pensati per accogliere anche gli ospiti esterni, sono caratterizzati da arredi ad incasso progettati da noa * e personalizzati secondo lo stile e lo spazio, combinati poi con una raffinata scelta di mobili per completare il nuovo design. Un buon esempio si può vedere nei tavoli (di Billiani) della zona lounge che possono cambiare altezza: grazie a un meccanismo sali-e-scendi delle gambe, ci si può comodamente cenare una volta trasformati. Le pareti sono rivestite in legno: l’idea è quella di ricreare l'atmosfera di una stube - il classico locale alpino dove un tempo la famiglia si raccoglieva intorno alla stufa - ma con il segno contemporaneo dei maxi listelli lignei che dalle pareti salgono anche sul soffitto senza soluzione di continuità. Punta allo stesso risultato anche la scelta di usare una pavimentazione in feltro, materiale della tradizione alpina che unisce resistenza a morbidezza. 
L'area bar, invece, si caratterizza per la scelta di usare un enorme tronco di abete come bancone: una soluzione che riporta la presenza della natura all'interno del rifugio, la sua bellezza ma anche la sua forza primordiale e la sua complessità strutturale.  

Area Wellness 
Situata come un edificio autonomo al posto del preesistente fienile, l’area wellness si salda a una struttura in lamiera che ospita la sauna, un ambiente di grande suggestione dal punto di vista spaziale, che si affaccia con due ampie finestre sul paesaggio realizzate con un'inclinazione di 45 gradi per consentire alla neve, in occasione delle abbondanti nevicate invernali, di defluire alla base dell'infisso lasciando libera la vista. 

La cantina 
Il disegno di quest’ultimo spazio ricorda le vette delle montagne che s'innalzano verso il cielo: le scaffalature lignee, infatti, creano una sorta di libreria, caratterizzata da montanti inclinati e da vani allungati che accolgono le singole bottiglie di vino. 

Crediti fotografici: Alex Filz

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