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“Physical-smart office”: i nuovi spazi di lavoro dopo il Coronavirus

Open space modulabili, huddle rooms sanificate, mense trasformate in “smart canteen”: per riorganizzare gli spazi servirà una cultura aziendale basata su flessibilità, lavoro per obiettivi, fiducia.
L'ufficio del prossimo futuro? Sarà un “physical-smart office”, per tornare a lavorare in sicurezza dopo l’emergenza Coronavirus: D2U (Design to Users), società di architettura italiana fondata nel 2003 da Jacopo della Fontana e Corrado Caruso, specializzata nella progettazione di luoghi di lavoro e nell'implementazione di progetti di smartworking per le aziende, ha provato infatti a pensare alle modalità con cui dovranno essere riadattati uffici e spazi di lavoro in Italia. Secondo D2U, l’ufficio “smart” del post Coronavirus dovrà essere ripensato secondo questi punti:
Riqualificazione: gli spazi dovranno essere ripianificati ed adattati, secondo le norme di distanziamento e la densità di persone per locale.
Ripensare gli open space: il concetto di privacy dovrà essere rivisto, bilanciando la necessità di privacy e distanziamento con l'importanza della socializzazione e del confronto.
Gli spazi di lavoro attuali andranno ridisegnati: dall’open space che garantiva la migliore ottimizzazione d’uso dello spazio si passerà all’open space rimodulabile facilmente a seconda delle persone presenti e delle normative sulle distanze; anche gli arredi dovranno subire un'evoluzione in chiave di protezione individuale, senza per questo tornare ai cubicles americani anni ‘60.
Spazi per la socializzazione e comunicazione virtuale: la community degli uffici diventerà un mix di community reale e virtuale, in cui non saranno mai presenti tutti i dipendenti contemporaneamente, ma sarà importante creare momenti costanti di dialogo tra chi sarà fisicamente in ufficio e chi lavorerà da remoto. Maggior spazio a video e tele conference rooms, quindi, che diventeranno strumenti e spazi indispensabili per mantenere coesione nei team di lavoro e rendere fluida la comunicazione tra colleghi e con interlocutori esterni.
Trasformazione degli spazi comuni aziendali, a partire dalle mense che potranno diventare “smart canteen”: luoghi modulari dove, finiti i pasti, i tavoli potranno essere riorganizzati come postazioni di lavoro per garantire il distanziamento quando ci saranno troppe persone presenti negli uffici “tradizionali”; gli auditorium diventeranno multisale di dimensioni variabili, riconfigurabili a seconda delle esigenze; le sale riunioni, da spazi immutevoli per gli incontri, dovranno saper unire presenza fisica e community virtuale: sempre più “huddle rooms”, quindi, piccole stanze separate dal resto del team aziendale, attrezzate per ospitare meeting veloci, videoconferenze e brainstorming virtuali, che dovranno essere sanificate in modo semplice ed efficace dopo ogni utilizzo.
Adattamento di spazi comuni condominiali per co-smart working nei complessi residenziali: in ottica “smart”: palestre, sale giochi per bambini e altre sale condominiali potranno essere adattate in modo flessibile per ospitare postazioni per lo smartworking per permettere loro di lavorare a distanza a chi in casa non ha spazio o voglia di stare ma senza vanificare il suo tempo in inutili spostamenti routinari.
Cambiamento della cultura aziendale, che dovrà basarsi sempre più sulla fiducia nei confronti di dipendenti e collaboratori, sul lavoro per obiettivi, su flessibilità e competenze digitali, con formazione ad hoc per i dipendenti e garanzia di sicurezza e salubrità per quando si andrà in ufficio.
Il ruolo dei professionisti di architettura e design sarà fondamentale per affiancare aziende e lavoratori e progettare i nuovi “physical-smart offices”: in questo senso, D2U offre alle aziende percorsi di tutoring per l’introduzione dello smart working; valutazione dell'uso degli spazi per riadattarli alle nuove condizioni di lavoro; definizione di strategie di implementazione e analisi costi benefici delle nuove soluzioni; ri-progettazione del posto di lavoro in ufficio e progettazione del posto e modalità operative di lavoro a casa (ergonomia: sedute, tavoli ad altezza variabile, illuminazione, acustica, tecnologia, etc); progettazione di spazi di co-smart working nei complessi residenziali; assistenza al reperimento di punti di co-working delocalizzati.