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CORSO 281 LUXURY SUITES
Fuori Piazza Venezia e le imponenti masse marmoree del Vittoriano. Dentro un’ospitalità su misura, aggraziata e un po’ retrò, fatta da esili decori alle pareti, da tessuti in geometrie astratte e da una proporzione così armoniosa tra nuance e forme da sembrare quasi femminile. Corso 281 Luxury Suites è il titolo di un luogo aristocratico ed elegante che con garbo ricalca le atmosfere da “Vacanze Romane” o quelle raccontate nelle pellicole da Fellini: l’antitesi tra bianco e nero dei suoi ambienti accompagna gli ospiti sin dall’ingresso, si snoda lungo la scalinata ovale, penetra nelle dodici unità, lasciando ovunque una sottile ma sofisticata traccia indelebile. Il dualismo delle cromie sembra quasi dar vita ad una sovrastruttura entro la quale posizionare arredi, suppellettili, elementi decorativi o dati tecnologici; una trama che istituisce un ordine non solo spaziale ma anche concettuale, per la sua capacità di coordinare sapientemente le differenti componenti del luogo.
Non ci sono servizi come ristoranti o sale colazioni, lounge, piccole aree meeting o SPA al Corso 281 Luxury Suites che concentra la propria cura nelle 13 unità, piccoli alloggi attrezzati di cucina dal sapore squisitamente domestico all’interno dei quali tutto è armonizzato dal leit motiv di fondo del bianco e del nero. L’antitesi cromatica non è la sola a caratterizzare gli ambienti, nei quali si incontrano in modo spesso alchemico materiali dotati di requisiti contrastanti: morbidi o rigidi, lucidi o opachi, tattili o asettici, di reminiscenza classica o dal design contemporaneo. Stoffe a righe bianche e grigio cenere avvolgono le sedute dei divanetti, completati da cuscini in una fantasia a rosoni stilizzati impiegata anche per il copriletto mentre il paralume della lampada da terra è rivestito con una minuta texture pied de poule. Tutto è giocato sull’antitesi tra le due tonalità e anche l’ambiente bagno, interpretato come una vera e propria sala dedicata, non sfugge a questa logica dominante. Qui, infatti, il marmo cristallino ricopre la porzione dove sono posizionati i lavabi mentre lastre lapidee grigio venato indicano il momento del “wellness privato”, enfatizzato da fasce luminose complanari alla superficie.
All’interno delle suite, alcuni oggetti popolari della prima metà del novecento diventano dei veri e propri arredi fuori scala: i classici bauli da viaggio si tramutano nei guardaroba, rifiniti internamente da una carta da parati a righe sottili e da specchiere a tutta altezza; le cappelliere costituiscono invece comodini, affiancati ai sommier, e vengono sormontate da curiose lampade a sospensione la cui forma assomiglia proprio a degli originali copricapo. Molto sono i ricordi dei decenni passati e del clima tanto celebre della “Dolce Vita” che i progettisti hanno scelto di reinterpretare utilizzando i prodotti più prestazionali e tecnologici che il Made in Italy offre oggi al mondo dell’hotellerie.
Di Beatrice Vegetti
Pubblicato su Suite n. 171 ottobre 2014