MONACO YACHT CLUB
Due gli interpreti principali, uno solo il vero protagonista. Il palco è quello del Quai Louis II del Principato di Monaco, i personaggi sono il più noto Sir dell’architettura britannica e il designer glamour della società bene. E il primo attore è lui, il Monaco Yacht Club, campione urbano che l’archistar Norman Foster e il decoratore pluripremiato Jacques Grange hanno plasmato con la propria collaborazione creativa donando al microcosmo monarchico della Costa Azzurra un nuovo fulcro di estrema classe.
Il Monaco Yacht Club si adagia sulle banchine del porto della città come fosse una nave al pari di quelle ormeggiate: il suo volume è una sommatoria di livelli sfalsati circondati a 360° da “pontili”, dai quali è possibile rimirare il panorama come durante la rotta di una crociera.
I marcapiano in metallo verniciato bianco che interrompono le continue superfici vetrate e la loro estremità arrotondata, da un parte, e a terrazze dall’altra, fanno sembrare questo edificio inaugurato nel giugno del 2014 una sorta di piccolo transatlantico la cui estetica rievoca i più gloriosi modelli da cartolina.
Si può immaginare di imbarcarsi qui per solcare i mari, per attraversare le acque sconfinate tra un continente e l’altro o per percorrere gli immensi oceani. Il fatto che questa architettura dalla forma di piroscafo non sia movibile non costituisce tuttavia una limitazione al suo valore, contenuto nell’idea di un simbolo di un “art de vivre” senza tempo: il complesso offre concettualmente la possibilità di esplorazione del grande patrimonio nautico e della passione per il mare del Principato, e traccia il glorioso trascorso delle imbarcazioni storiche.
Tradizione ed heritage si fondono a momenti di innovazione ma la volontà è sicuramente la definizione di un modello di continuità che sappia proporsi come racconto fisico di un settore del lusso estremamente sofisticato. Le celle fotovoltaiche, i pannelli termici solari e un sistema di raffreddamento che utilizza l’acqua del mare sono le dotazioni care al metodo progettuale di Foster che assicurano la qualità dell’operazione anche dal punto di vista dell’impatto ambientale.
Ma l’eloquente involucro è solo uno dei punti di forza di questa architettura che comprende un bar, un ristorante, spazi per eventi, stanze ed uffici per i soci, sale amministrative, uffici direzionali, locali commerciali, una scuola nautica e un circolo di canottaggio: gli interni ricalcano un classico intramontabile, dove artigianalità, accuratezza dei dettagli, tonalità neutrali generano grande armonia compositiva.
Le stanze sono ariose e inondate dalla luce naturale e gli arredi sono posti ad una distanza tale da consentire i più agevoli movimenti: non si vuole ricalcare l’idea di domestico; l’immagine profusa dal Monaco Yacht Club deve piuttosto essere istituzionale, autorevole e prestigiosa e per nulla evocativa di un comfort privato.
La pavimentazione in doghe di teak scivola dalle terrazze dotate di piscine negli ambienti chiusi; quasi in nessun punto i tappeti interrompono la loro calda superficie sulla quale sono posizionati gli imbottiti, i tavolini, i lunghi tavoli rettangolari, i banconi e le scrivanie.
Jacques Grange delinea uno stile misurato in cui ogni elemento dialoga con l’insieme con naturalezza e disinvoltura e dove ogni soluzione suggerisce la tattilità di raffinati materiali: tessuti preziosi, pelli primo fiore, strutture in metallo lucido, essenze di legno rare avvolgono gli spazi e rileggono con modernità e assoluta fedeltà i valori della Famiglia Reale di Monaco.
Pubblicato su Suite n.172 dicembre 2014