PALAZZO PEPOLI – MUSEO DELLA STORIA DI BOLOGNA
Città: BOLOGNA
|Anno: 2012
|Status: Completed
Il 27 gennaio 2012 è stato inaugurato Palazzo Pepoli Vecchio – Museo della storia di Bologna, situato nel cuore della città.
A occuparsi dell’intervento di recupero è stato l’architetto Mario Bellini, vincitore di un concorso a inviti internazionale indetto nel 2003 dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna.
Il recupero, durato sette anni, è iniziato con il consolidamento strutturale della struttura che ha lasciato poi il posto al recupero di tutte le sale del palazzo, integrando e restaurando i decori plastici e pittorici che si erano conservati.
L’ultima fase dei lavori ha visto la realizzazione nella corte di una torre in vetro e acciaio, alta 15 metri, che si contrappone alla massiccia struttura dell’edificio esistente e, oltre a rendere fluido l’intero percorso espositivo, si pone come nuovo cuore del progetto.
Gli spazi espositivi sono caratterizzati da vetrine tridimensionali trasparenti che inquadrano e illuminano, grazie alla tecnologia led miniaturizzata, le varie opere.
Inoltre, grandi pannelli retro-illuminati con immagini e testi, impaginati da Italo Lupi e posti anch’essi all’interno delle vetrine, trasformano la comunicazione con i visitatori.
Non mancano installazioni interattive all’interno del percorso espositivo: la più evocativa è quella situata nella galleria dedicata alla storia dei canali bolognesi che rifornirono la città dell’acqua necessaria alle sue attività produttive.
Lo spazio, che richiama un canale voltato, è caratterizzato da una tessitura geometrica luminescente che riveste le pareti mentre un video interattivo, proiettato a pavimento, reagisce ai movimenti del visitatore rimandano all’elemento dell’acqua.
Il Museo, che si estende ora su una superficie di 6.180 metri quadrati e che ospita al suo interno 14 sale espositive al piano terra e 23 al primo piano, rappresenta il cuore di “Genus Bononiae”, il percorso culturale, artistico e museale articolato in diversi edifici restaurati e recuperati nel centro storico di Bologna.
Crediti fotografici: Francesco Radino