Realizzazioni

VÒCE AIMO E NADIA

Città: MILANO

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Anno: 2018

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Progettista: STUDIO AMDL

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Status: Completed

Studio aMDL, sotto la guida dell’architetto Michele De Lucchi, firma Vòce Aimo e Nadia, un nuovo spazio polifunzionale che combina arte, cultura ed eccellenza gastronomica all’interno dello storico palazzo della banca Commerciale di Milano, oggi polo museale di Intesa San Paolo. 
Il progetto, nuova avventura di Aimo e Nadia, tra i ristoranti più noti e storici della città meneghina, si propone di combinare insieme esperienza enogastronomica e culturale in tre diversi ambienti: la libreria, dove trovare cataloghi delle mostre di Gallerie d’Italia e testi dedicati all’arte (non bookshop, come ha tenuto a precisare il direttore centrale Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo), la caffetteria, sempre aperta al pubblico e il ristorante gourmet. 
L’interior design contribuisce a valorizzare gli spazi come un unicum con il museo: la caffetteria con annessa libreria, a cui si accede sia dal museo sia da Piazza della Scala, si configura come un’area dalla forte funzione attrattiva integrata con la proposta culturale delle Gallerie d’Italia. 
Le atmosfere dell’Ottocento austroungarico si combinano con quelle francesi del Settecento e italiane del Novecento tramite l’uso del colore, del legno di rovere, del marmo botticino, delle colonne di granito e dell’arredo, dove spiccano le sedie Thonet, creando un design che unisce temporalmente i diversi palazzi che compongono il complesso architettonico in cui Vòce Aimo e Nadia è inserito. 
Fil rouge concettuale che collega il locale al museo è la proposta enogastronomica, che nasce dal forte legame con il territorio e che coniuga il patrimonio gastronomico della nostra penisola con un gesto contemporaneo. 
Se la caffetteria offre numerose proposte adatte ai diversi momenti della giornata, il Ristorante offre cinque diversi menù, fra cui uno ispirato alle esposizioni in corso: ogni mostra, infatti, avrà sempre un menù degustazione di quattro portate che varierà con il cambiare di ogni mostra. 

Crediti fotografici: Paolo Terzi

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