Realizzazioni
W CHICAGO LAKESHORE
E’ difficile immaginare un hotel che più di questo riassuma i diversi richiami di Chicago. Arroccato sulle rive del Michigan, il W Chicago Lakeshore offre da ogni angolo un panorama a 180 gradi sulle acque cristalline del lago, sulle sue rive candide e sabbiose, sullo skyline in continua evoluzione e sulla rigogliosa vegetazione di Grant Park. Lungo la costa, le torri da poco restaurate di Mies van der Rohe si scorgono in lontananza e diventano un riferimento visivo analogo al dato paesaggistico: un contesto affascinante di innovazione urbana e geografia mozzafiato, i cui lineamenti singolari sono condensati dall’intervento di restyling della storica struttura ricettiva. Qui il disegno dell’ospitalità nasce con l’esplicito intento di incarnare l’ambiente esterno e la vivacità della metropoli facendone a tutti gli effetti un’esperienza di stile dinamica sia nel design che nelle opportunità di fruizione offerte ai clienti. E’ a partire da questa intenzione che la bellezza luccicante dello specchio d’acqua riverbera dalle suggestive superfici a specchio scelte per le 520 camere dell’albergo, dove si trovano duplicati anche gli involucri modulari dei complessi circostanti. In un simile vortice di immagini riprodotte e distorte, si insinuano piccoli dettagli di colore: fucsia, giallo limone e blu elettrico interrompono il quasi assoluto monocromatismo dell’insieme e suggeriscono istanti di pura energia. Il concept non subisce sostanziali mutamenti in corrispondenza degli spazi comuni: lobby, sale ristoranti e lounge sono movimentate da inserti blu e oro e arricchiti di più numerosi particolari ornamentali rispetto a quelli presenti nelle stanze. Si trovano così gruppi di lampade iconiche, marmi dalle venature marcate, superfici traforate dalle texture non ripetitive, schermi permeabili fortemente scenografici. Il risultato è a dir poco eccitante tanto che il W Lakeshore è stato salutato dai suoi investitori come un “progetto che cattura tutti gli elementi di design e forza che avevamo sperato e si spinge ancora più in là.”
Pubblicato su Suite n. 171 ottobre 2014